Un osservatorio sul Mediterraneo

Da questa sua seconda edizione, il Festival di Cinema del Reale promosso dall’ISRE e della
Fondazione di Sardegna, con la collaborazione della Fondazione Sardegna Film Commission, presenta una nuova dicitura: “Sguardi sul Mediterraneo”. Non è un’aggiunta di poco conto: situata al centro dell’ampio bacino acqueo che la circonda, la Sardegna gode di una posizione privilegiata, costituisce un ipotetico ponte tra la sponda nord e quella sud del Mediterraneo e si fa crocevia tra oriente e occidente, offrendosi come luogo ideale per un dialogo tra terre lontane e culture diverse.

E questo, nell’onorare la missione che statutariamente è stata affidata all’ISRE dalla Regione Autonoma della Sardegna fin dalla sua istituzione, vorremmo che fosse, sempre maggiormente, il ruolo dell’Istituto: punto di riferimento per la Sardegna tutta, custode delle sue preziose tradizioni, ma anche rifugio di immaginari, speranze, suggestioni e voci provenienti da oltremare. In accordo con il direttore artistico della manifestazione, si è deciso che il programma del festival dovesse farsi specchio di questo orientamento, raccontando per immagini le molteplici realtà che si affacciano sul Mediterraneo, le vite, i desideri e i problemi delle popolazioni che vi gravitano intorno. Grecia, Turchia, Marocco, Spagna, Portogallo: questi solo alcuni dei paesi d’origine degli autori che incontreranno il pubblico presente a Nuoro nei giorni del festival. Essi portano la testimonianza dei loro mondi nelle centinaia di opere che sono state selezionate e che sono arrivate attraverso il bando indetto dall’Istituto. Nel solco di un’indagine etno-antropologica, radice fondante lo spirito della manifestazione, i film spalancano scenari inattesi e sorprendenti nella loro varietà: dal Qatar alla Tunisia, dai Balcani ai Pirenei.

La competizione internazionale, che costituisce il fiore all’occhiello del festival, presenta infatti opere che testimoniano di conflitti e tensioni, di flussi e reflussi migratori, ma anche di un contesto sociale caratterizzato dall’accoglienza, in grado di superare confini di lingua, razza e religione pur di garantire un futuro a chi è in difficoltà. La dimensione multiculturale, tema portante della nostra contemporaneità, attraversa trasversalmente il festival, partendo da molto lontano (il cuore dell’Africa) per trovare proprio nella nostra isola territorio fertile per il confronto e la discussione, come dimostrano le opere di giovani cineasti locali impegnati nel prestare voce a coloro che approdano sui nostri lidi per trovare riparo da realtà difficili.

Una sottolineatura particolare merita quella realizzata, insieme agli studenti dell’Università di Cagliari, un autore affermato come Salvatore Mereu. Futuro prossimo è il titolo del suo lavoro. Un titolo che ci piace perché volge lo sguardo in avanti e sembra chiamare in causa, con quel “prossimo”, l’altro, senza il quale nessuna cooperazione è possibile. Ma è anche un futuro che riguarda le generazioni più giovani, quelle a cui spetta il compito di portare avanti un progetto di integrazione nella diversità, un’idea di incontro che il cinema del reale, oggi più che mai, può favorire proprio grazie al quoziente di “verità” insito nel suo DNA.

Si inscrive in questa tensione anche la scelta di lavorare in continuità con il passato, e ancora di più con il
presente, formando intorno al direttore artistico un gruppo di lavoro composto da giovani professionisti trentenni capaci di muoversi con passione e agilità in un tempo che si fa vanto e cruccio dell’idea di flessibilità professionale e geografica: in quest’epoca iper-connessa, il team di selezionatori, sparsi tra Roma, Milano, la Sardegna e l’Inghilterra, si sono adoperati per proporre al pubblico del festival il meglio della produzione documentaristica contemporanea, configurando un programma ricco e proteiforme che, con ISREAL, pone Nuoro e la Sardegna al centro di un Mediterraneo la cui storia deve essere ancora vissuta e raccontata.

Ci piace infine pensare che anche questo Festival, per ciò che rappresenta e per le sue grandi potenzialità, possa essere un piccolo contributo all’interno del grande progetto per la candidatura di Nuoro Capitale Italiana della Cultura 2020.

Giuseppe Matteo Pirisi
Presidente dell'ISRE