Tra identità e mondo contemporaneo: la sfida dell’ISRE

 

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Fin dall’inizio, la mia sfida è stata quella di fare dell’Isre il più importante istituto di produzione culturale in Sardegna. Un istituto aperto soprattutto alle contaminazioni, al mondo contemporaneo e ai grandi temi che l’attraversano. Lo sguardo identitario, l’attenzione alle culture popolari e locali, a un giacimento spesso sconosciuto, è stata la bussola che ci ha guidati in tutto questo periodo. Abbiamo cercato di essere attenti anche ai temi della politica della cultura, evidenziando come investimenti oculati e coraggiosi potessero produrre benefici sociali nei nostri territori, nelle città così come nei luoghi meno frequentati dalle grandi rotte turistiche. La cultura, dunque, che porta benessere, sviluppa reddito, offre possibilità di vita fino ad oggi ancora inesplorate.

In tutto questo, l’Isre ha sviluppato negli anni un profondo e importante lavoro nel campo dell’audiovisivo: sono di proprietà dell’Istituto un’enorme quantità di materiali utili alla ricerca e a disposizione per la semplice consultazione. Soprattutto, l’Istituto ha prodotto numerosi documentari, organizzato rassegne prestigiose – il Sieff, in primis – proponendosi luogo d’incontro per esperti e antropologi visuali di risonanza internazionale. Attraverso il concorso Avisa, poi, sono stati scoperti giovani talenti, alcuni in grado di maturare carriere interessanti e di affermarsi saldamente nel panorama cinematografico internazionale. Oggi, con ISREAL, giochiamo una scommessa ancora più importante. Una manifestazione che intende coinvolgere il territorio e la sua popolazione in una cinque giorni intensiva, durante la quale l’Auditorium dell’Isre e l’adiacente Museo del Costume si possano configurare come concreto polo d’attrazione per un dialogo a più voci tra la comunità locale e una nutrita selezione di opere e registi della più diversa provenienza. Accogliere e condividere il pensiero sull’arte e la riflessione sull’attualità: questo l’intento principale di un evento all’interno del quale abbiamo deciso di dedicare spazio tanto alle visioni legate alla nostra terra da parte di registi autoctoni e non, quanto alla perlustrazione di luoghi e comunità lontane, spesso colte in delicati momenti di transizione e di riconfigurazione dei loro confini.

Abbiamo fatto una scelta precisa: quella di rinnovare la formula del festival, orientata a sondare la complessità dell’oggi attraverso gli sguardi di giovani registi e i loro linguaggi liberi da costrizioni di genere, in sintonia con lo spirito di ricerca e innovazione che contraddistingue l’operato del direttore artistico cui abbiamo deciso di affidare l’ideazione e la supervisione del progetto. Il nostro augurio è a favore di un percorso creativo in compagnia delle opere proposte, capaci di spaziare tra passato e presente, tra memoria e slancio immaginativo verso il futuro. Un futuro da pensare anche attraverso il cinema e il racconto che esso fa della contemporaneità in cui siamo immersi.

Bruno Murgia
Presidente dell’ISRE