Per secoli, i Tuareg del Niger attraversavano in groppa ai loro cammelli il deserto del Sahara, lungo territori rocciosi da cui affioravano le ossa di un misterioso animale gigante, un mitico essere che per i bambini era il “Jobar”. In realtà i reperti scheletrici appartenevano a una rara specie di dinosauro vissuta centotrenta milioni di anni fa, inalterati nonostante il passare del tempo. Nei pressi di Pordenone, in scenari resi aridi dai sedimenti depositati dai fiumi Tagliamento, Meduna e Cellina, vive l’unica comunità Tuareg residente in Italia, e da lì prende avvio il film, oltre che dal Museo di Storia Naturale di Venezia, dove sono conservati alcuni esemplari di questi fossili mitici. Annullando confini di spazio e tempo e le barriere tra documentario, arte installativa e indagine antropologica, il film penetra in una dimensione di sincretismo visivo in cui convergono passato remoto e un presente dislocato e mobile.